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Lab Tribune Italian Edition

12 Italian EditionAnno II n. 1 - Gennaio 2012 Spazio professione Comitato Unitario degli Odontotecnici e nuovo Ministero Intervista a Massimo Bacherini LT pagina 1 In materia di fabbricanti con il Ministero della Salute, nella fattispecie con la dott.sa Marletta, ci è parso che avete ottenuto degli ottimi risultati. Li vuole ricordare? Indubbiamente, il risultato maggiore è stato l’ottenimen- to dell’istituzione, da parte del Ministro Fazio, del tavolo tec- nico permanente per la direttiva comunitaria dei dispositivi medi- ci su misura ed è grazie al lavo- ro di questo tavolo tecnico che è imminente una circolare, da par- te del Direttore del dipartimento dispositivi medici dott. Marletta, in merito alla regolamentazione della fabbricazione dei dispositi- vi. Inoltre, siamo riusciti a otte- nere la disponibilità, da parte del dipartimento, per una concreta riorganizzazione dell’elenco dei fabbricanti; cosa a nostro giudi- zio indispensabile, dato che in tale elenco, a oggi, sono presenti oltre 25.000 aziende, a fronte di una reale esistenza sul territorio di meno di 15.000. Come, altret- tanto, è importante il varo di un regolamento chiaro che stabilisca chi veramente ha diritto di iscri- versi, in virtù delle attuali leggi in materia d’imprenditoria e un concreto controllo, da parte del Ministero per evitare “intrusi”. La crisi economica ha portato un avvicendamento di governo. Secondo lei è un’opportunità persa o trovata? Si potrebbe pensare che sia l’en- nesima ripartita per istituire una contrattualità istituzionale tra le parti, ma noi pensiamo che non sia così. Noi contiamo di non ripartire da capo, grazie al tavo- lo già costituito e, a tutt’oggi, ope- rante, quindi né persa né trovata, ma solo una logica continuità a quello che si è già ottenuto e a quello che ci è stato promesso. Logicamente, gli scenari stanno cambiando, il vento di liberaliz- zazione professionale, che spira in Italia in questo momento, sta con- dizionando non poco le scelte del governo Monti e noi dovremo fare forte attenzione ai decreti attuati- vi, in merito alla legge 111/2011 in materia di liberalizzazione e anche in merito al decreto “salva Italia” del governo Monti, sempre in tema di liberalizzazione sul mercato, perchè con essi si potran- no aprire nuove opportunità. Come comitato, a nome della categoria, avete scritto al neo Ministro. Quali sono le reali aspettative? Nulla di più o di meno di quello che vi è nella lettera; che manten- ga l’operatività del tavolo tecnico sui dispositivi e che si attivi a bre- ve per l’istituzione del tavolo tec- nico sul profilo professionale degli odontotecnici. Noi, dal nostro canto, ci siamo già attivati e abbiamo costitui- to una commissione unitaria per analizzare tutto il lavoro, delle associazioni e delle istituzioni, dal 2000 a oggi, in modo da formu- lare un’unica proposta concreta e legislativamente fattibile. Inoltre, riteniamo che l’imminente aper- tura dei lavori del neo costituito Tavolo del Dentale, cui parteci- peremo come comitato unitario in rappresentanza delle cinque sigle sindacali, possa essere il luogo deputato per condividere, con tutti gli operatori del dentale, in condi- zioni pariteticamente equilibrate, questo delicato tema del profilo professionale di noi odontotecnici. Parliamo del corso universitario per odontotecnici in Uganda, un’operazione che avete voluto in primis voi del Cna-Sno, ma che, in seguito, ha ricevuto l’appoggio di tutte le sigle del comitato? L’idea progetto nasce con la siner- gia tra Smom (Società Medi- co Odontoiatrica nel Mondo) e Cna-Sno Lombardia, nel 2009, ma, durante questi anni, ha visto l’appoggio e la condivisione di tut- te le associazioni odontotecniche, d’importanti associazioni medi- che e di diverse aziende del den- tale. L’iniziativa la riteniamo di alto valore morale perché portare la scolarizzazione in aree molto depresse, come può essere conside- rata l’Uganda, significa la costru- zione di futuro di benessere per le nuove generazioni. Fa un po’ specie che, in un paese cosiddetto del terzo mondo, si sia ottenuto quello che in una nazione di alta cultura, che primeggia per civiltà, che fa parte dei grandi della terra, in oltre ottanta anni non sia stato possibile? Ovviamente, noi tutti ci auspi- chiamo che quanto accaduto nel- la lontana Uganda sia di rapida assimilazione anche nella nostra Italia. Diciamo che abbiamo cre- ato uno stereotipo e che, volendo, lo si possa adottare in breve tem- po come percorso didattico per le future generazioni di odontotecni- ci italiani. Per terminare un messaggio alla platea degli odontotecnici italiani Io credo di comprendere che per gli odontotecnici italiani, dopo tanti anni di promesse non rag- giunte, nonostante l’impegno dei nostri predecessori, possa essere difficile che ci sia qualcuno che pensa a loro, però, questa è la pri- ma occasione che la categoria ha e deve essere sfruttata a pieno, con l’appoggio di tutti e a vantaggio esclusivo delle imprese odontotec- niche di piccole o grandi dimen- sioni. Noi presidenti ce la stiamo mettendo tutta. Non possiamo promettere risultati immediati, ma rassicuriamo i colleghi che stiamo lavorando con l’impegno costante e senza interessi occulti. Il parere dell’odontotecnico sui flussi di lavoro nei laboratori A cura dell’odontotecnico Massimo Di Deco I primi CAD/CAM nel settore dentale furono introdotti negli anni ottanta ini- zialmente in via sperimentale e, successi- vamente, negli anni novanta ne avvenne la commercializzazione. Tali nuovi strumenti di lavoro hanno aiutato l’odontotecnico a sviluppare e semplificare l’approccio alla protesi su impianti proprio nel periodo sto- rico in cui anche nei laboratori si assisteva all’evoluzione delle metodiche implantolo- giche. In principio con questi sistemi era possibile produrre solo abutment in titanio e allumina, corone singole in allumina o in ceramiche feldispatiche. Fino ad allo- ra per produrre abutment personalizzati l’odontotecnico utilizzava la fusione a cera persa con tutte le controindicazioni del caso (imprecisione e scarsa ripetibilità, costi ele- vati). I nuovi sistemi offrivano nuove pos- sibilità con lavorazioni molto più affidabili e ripetibili, consentendo anche al piccolo laboratorio di produrre e offrire ai propri clienti delle componenti implantologiche individualizzate prodotte con processi indu- striali. La semplificazione dei software di progettazione e l’utilizzo di nuovi scanner ha consentito alle industrie di ampliare la gamma dei prodotti realizzabili con queste tecnologie e da collocare sul mercato: coro- ne, inlay, onlay, abutment, toronto bridges, barre, ponti molto estesi, protesi amovibili, corone telescopiche, attacchi, mascherine ortodontiche e di guida chirurgica, perni monconi, etc. Successivamente, l’utilizzazione di siste- mi CAD/CAM di ultima generazione ha consentito di sviluppare, nel laboratorio, nuove linee produttive senza dover ricorre- re al supporto dei grandi centri di produzio- ne industriale. Il lavoro CAD/CAM nelle fasi iniziali segue il normale ciclo produttivo: - sviluppo modello; - messa in articolatore; - progettazione con cerature o montag- gio di denti preformati (piccoli ponti o corone singole possono essere realizzati direttamente in laboratorio con tecno- logia CAD). Per quanto riguarda la produzione di strutture protesiche, dopo le varie fasi di prova da parte del clinico, i denti montati o la ceratura così come il modello vengono scannerizzati e trasformati in file digitali acquisiti singolarmente. Successivamente vengono accoppiati utilizzando le funzioni del software che ci indicherà di quanti mm il progetto estetico deve essere ridotto per far spazio al materiale di rivestimento (per la ceramica, ad esempio, la riduzione può essere di 1,5 mm) e, dopo pochi minuti di elaborazione, sullo schermo del computer viene visualizzata la struttura del restauro. A questo punto è possibile scegliere tra una vasta gamma di materiali, come il cromo- cobalto laser melting o fresato, leghe auree ad alto titolo, zirconia, resine calcinabili, titanio fresato e, per corone singole, il disi- licato di litio. Il file che può essere genera- to via CAD oppure grazie ad acquisizione scanner del modellato, viene utilizzato via CAM per produrre il manufatto. Molti laboratori sono in possesso di entrambe le unità produttive (CAD e CAM) e riescono a essere anche centri di produzione, altri- menti possono servirsi di unità di produzio- ne industriale centralizzate o di laboratori terzi attrezzati, solo inviando il file via mail oppure inviando il modellato per la produ- zione del lavoro. Grazie a queste metodiche si riducono al minimo i processi “sporchi” di fusione e si ha la possibilità di utilizzare materiali altri- menti difficili da produrre in laboratorio quali l’ossido di zirconio, le leghe in cromo- cobalto, il titanio: si semplifica il lavoro e si riducono i tempi. È comunque indispen- sabile l’esperienza dell’operatore odontotec- nico nella progettazione e nella valutazione di insieme del lavoro di riabilitazione fun- zionale ed estetica; l’odontotecnico rima- ne sempre il perno della realizzazione del progetto. Tuttavia cambia il modo di lavo- rare, si gestirà un flusso di lavoro diverso, si troveranno nuove strategie aziendali, la digitalizzazione si svilupperà sempre di più Fig. 2 Fig. 3Fig. 1 associata allo sviluppo di nuove macchine più precise e più versatili in grado di soddi- sfare le molteplici esigenze tecniche e clini- chepiùattualichesisonosviluppateattorno all’evoluzionediquestistrumenti.Quindisi prospetta nel futuro un cambiamento mol- to rapido del laboratorio odontotecnico che sarà sempre attento ad accrescere la propria professionalità e a recepire l’evoluzione del mercato sia in termini di offerta che di nuovi strumenti a supporto delle relative tecnologie. Deve anche essere chiaro che, proprio di fronte a questi mutamenti così importanti nella direzione della digitaliz- zazione, occorreranno nuove competenze professionali e anche di pari passo grosso impegno e attenzione alla formazione cul- turale dei nuovi addetti. Lo sfruttamento di queste tecnologie che consentono una standardizzazione delle tecniche produttive rappresenta per un laboratorio un’opportu- nità di offrire un prodotto di migliore qua- lità a cui si fa fatica ormai a rinunciare per via del risultato ripetibile e meno condizio- nato dalla variabilità degli stati d’animo a cui qualsiasi operatore và inevitabilmente soggetto. Negli ultimissimi anni si sta svi- luppando molto l’utilizzazione di strumenti per acquisire l’impronta in modo digitale; tale tecnologia apporterà un ulteriore cam- biamento alle metodiche di lavoro dei labo- ratori orientati al miglioramento globale dellaqualitàfinaledellavoro.Anchequesta sarà una nuova sfida alla quale l’odontotec- nico non si sottrarrà, ma la percezione del bello, il concetto dell’estetica e l’applicazio- ne delle doti artistiche rappresenteranno sempre il cardine della suo lavoro dandogli la possibilità di esprimere le proprie capa- cità in maniera piena e soddisfacente. In conclusione, cambieranno le tecniche e gli strumenti di lavoro, ma il know-how e le capacità dell’odontotecnico rimarranno sempre il valore aggiunto e insostituibile per la riuscita del lavoro. Massimo Bacherini