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implants Italy

1_2012 special _ impianti post-estrattivi 08 esperti in campo implantologico, ha elaborato delle linee guida per il posizionamento implan- tare in siti guariti nel settore estetico. Per l’ot- tenimento di un risultato ottimale dal punto di vista biologico ed estetico, la quantità ossea raccomandata vestibolare all’osteotomia deve essere di almeno 2 mm. Basandosi su questa consensus(21) , la comunità scientifica è concor- de nell’affermare che lo spessore osseo vesti- bolare di almeno 2 mm è determinante per as- sicurare l’adeguato supporto dei tessuti molli ed evitare il riassorbimento della corticale ve- stibolare successivamente alla finalizzazione protesica. È possibile pensare che nel caso di impianti post-estrattivi, per ottenere un risul- tato stabile a lungo termine, sia necessario avere uno spessore osseo vestibolare persino maggiore a quello desiderato in un sito gua- rito, in quanto l’alveolo post-estrattivo deve ancora subire processi di rimodellamento. Un recente studio clinico di Huynh_Ba et al.(22) hanno dimostrato che solo la minor parte (6,5%) degli elementi dentali mascellari inclu- dendo incisivi, canini e premolari presentano uno spessore osseo vestibolare maggiore o uguale a 2 mm. Escludendo i premolari solo un sito (2,6%) di 39 analizzati mostrava uno spes- sore vestibolare di 2 mm (Tab. 4). L’analisi dei sei elementi frontali mascellari ha dimostrato che tutti i denti analizzati presentavano uno spessore osseo vestibolare inferiore a 1 mm e quasi nel 50% dei casi lo spessore è inferiore a 0,5 mm (Tab. 5). È stato stimato che la quan- tità di osso alveolare propriamente detto nel campione analizzato vari tra 0,1-0,4 mm. La perdita dell’elemento dentale comporta dun- que il riassorbimento dell’osso alveolare pro- priamente detto: quindi minore è lo spessore della corticale vestibolare più estesa sarà la perdita ossea(23) . Lo spessore della cresta ossea vestibola- re influenza anche l’entità del riassorbimen- to verticale. Ferrus et al.(10) dimostrarono che nei siti con corticale vestibolare più spessa di 1 mm, l’atrofia verticale media era modesta (-0,4 ±1,3 mm) mentre nei siti con spessore vestibolare minore di 1 mm l’atrofia verticale era di entità maggiore (-1,2 ±2,1 mm). Un altro aspetto clinico è rappresentato dall’integrità della corticale vestibolare. Kan e collabora- tori(24) correlarono l’insorgenza di recessioni gengivali alla dimensione e alla forma delle deiscenze ossee vestibolari. Solo l’8,3% dei siti con deiscenze strette o a forma di V erano as- sociati a recessioni di 0,5 mm o maggiori. La frequenza delle stesse recessioni associate ad ampi difetti a U e difetti che coinvolgevano gli elementi adiacenti erano del 42,8% e 100% rispettivamente. Per migliorare il risultato estetico e mantenere un’adeguata quantità di gengiva aderente nelle riabilitazioni implantari dei settori anteriori sono state proposte perciò procedure di aumento dei tessuti molli. La domanda è se l’innesto di tessuto molle possa compensare il rimodellamento osseo e mantenere la corticale vestibolare nel tempo. Autori Carico Tempo di inserimento Frequenza delle recessioni Note Wohrle 1998 Immediato Tipo 1 14,3%-rec 1-1,5 mm Grunder 2000 Dilazionato Tipo 1 Recessioni medie 0,6 mm Kan et al. 2003 Immediato Tipo 1 Recessioni medie 0,5±0,53 mm Cangini 2005 Dilazionato Tipo 1 0,2±1,5 mm Amelogenine 0,9±1,3 mm Membrane in collagene Cornelini 2005 Immediato Tipo 1 Recessioni medie 0,75 mm Lindeboom 2006 Dilazionato Tipo 1 8,7% rec. 1-2 mm 30% rec. < 1 mm Chen 2007 Convenzionale Tipo 1 33,3% rec. Juodzbalys 2007 Dilazionato Tipo 1 21,4% rec. 1-2 mm Kan 2007 Immediato Tipo 1 34,8% rec. > 0,5 mm Evans e Chen 2008 Convenzionale Tipo 1 45,2% rec. 0,5 mm 21,4% rec. 1 mm 19,1% rec. > 1,5 mm Recessioni medie 0,9±0,78 mm Buser 2011 Dilazionato Tipo 2 Un sito con rec 0,5-1 mm Tabella 2_Studi clinici impianti post- estrattivi.