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implants Italy

1_2012 special _ impianti post-estrattivi 07 3 siti infetti alveolari; 4 posizione impiantare; 5 spazio perimplantare. Stabilità dei tessuti molli perimplantari È importante innanzitutto comprendere che i tessuti molli perimplantari si comportano diversamente rispetto ai tessuti parodontali. Dal punto di vista anatomico la dimensione e la posizione dell’ampiezza biologica è la dif- ferenza più rilevante. Studi clinici su modello animale e umano hanno dimostrato che la dimensione dell’am- piezza biologica perimplantare risulta 1 mm più lunga rispetto a quella misurata attorno agli elementi dentali(13) . Inoltre, la piattaforma implantare è solitamente posizionata a livel- lo crestale e determina, nella porzione inter- prossimale della mucosa perimplantare sana, la migrazione dell’ampiezza biologica in posi- zione sotto-crestale. Il rimodellamento osseo perimplantare comporta il riassorbimento os- seo fino alla prima spira del corpo implantare creando perciò un difetto circonferenziale agli impianti inseriti ad modum Branemark. La posizione sotto-crestale dell’ampiezza biologica, il profilo interprossimale piatto e il rimodellamento osseo perimplantare posso- no quindi compromettere il risultato estetico. Numerosi studi clinici randomizzati controllati che analizzano l’inserimento implantare post- estrattivo (tipo 1)(4-6,14,15) descrivono recessio- ni della mucosa vestibolare medie di 0,5-0,9 mm. La frequenza delle recessioni in impianti immediati (tipo 1) è elevata ed è maggiore di 1 mm nell’8-40% dei siti. Quasi un terzo dei siti analizzati mostra recessioni di 0,5 mm o più (Tab. 2). Lo spessore dei tessuti molli ha un ruolo rilevante nel resistere agli insulti chi- rurgici. Seibert e Lindhe(16) coniarono il termi- ne biotipo parodontale al fine di descrivere le diverse architetture gengivali basandosi sullo spessore bucco-linguale. Descrissero un bio- tipo parodontale spesso e piatto e un biotipo sottile e festonato. In implantologia i tessuti molli perimplantari sono differenziati in spes- si, medi, e sottili(17) e ogni biotipo ha specifiche caratteristiche. Un recente studio di Nisapa- kultorn et al.(18) ha mostrato che il biotipo pe- rimplantare è fortemente associato al margine di attacco vestibolare e che pazienti con bioti- po sottile presentano minor riempimento della papilla interdentale e maggior rischio di reces- sioni gengivali (Tab. 3). Spessore osseo vestibolare È stato suggerito che il posizionamento implantare post-estrattivo potesse preserva- re l’architettura alveolare, ma recenti studi su modello animale hanno chiaramente dimostra- to che a seguito dell’estrazione degli elementi dentali le creste alveolari vestibolare e palata- le vanno comunque incontro a un sostanziale riassorbimento(19) . Il riassorbimento dell’ osso alveolare propriamente detto costituente la corticale interna dell’alveolo post-estrattivo avviene a seguito dell’estrazione dentale. In- fatti, questa struttura ha la stessa derivazione embriogenetica del legamento parodontale e va incontro a un riassorbimento dovuto alla perdita di funzione. Essendo la sottile parete alveolare vestibolare costituita prevalente- mente da osso alveolare propriamente detto, il suo riassorbimento esita riassorbimento verti- cale della parete ossea vestibolare. Lo spessore osseo vestibolare minimo per evitare il riassor- bimento verticale deve ancora essere definito. In uno studio clinico Spray et al.(20) trovarono che la perdita ossea diminuiva significativa- mente quando lo spessore osseo vestibolare dopo l’inserimento implantare era di 1,8-2 mm. In una recente pubblicazione, un panel di Vantaggi Singola procedura chirurgica Tempo di trattamento ridotto rispetto al posizionamento implantare tipo 3 e 4 Buona disponibilità di spazio per il posizionamento implantare Difetti marginali a 2-3 pareti con buon potenziale rigenerativo Svantaggi La morfologia dell’alveolo post-estrattivo può determinare la scorretta posizione implantare La morfologia dell’alveolo post-estrattivo può determinare carenza di stabilità primaria Carenza di tessuti molli per la gestione del lembo e la chiusura per prima intenzione Rischio di recessioni vestibolari aumentato Complessità del trattamento aumentato rispetto all’inserimento tipo 2 e 3 Tabella 1_ Vantaggi e svantaggi clinici del posizionamento implantare post-estrattivo.