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implants Italy

1_2012 special _ impianti post-estrattivi 06 _Introduzione Uno degli obiettivi clinici più difficili da ottenere in chirurgia implantare è la preser- vazione dei tessuti duri e molli in seguito alla perdita di uno o più elementi dentari. Dal pun- to di vista chirurgico, le moderne linee gui- da suggeriscono che l’adeguata simmetria e morfologia dei tessuti molli possono essere ottenuti mediante il corretto posizionamen- to tridimensionale dell’impianto, in modo da ottenere un profilo d’emergenza corretto del futuro restauro protesico. Si è pensato che l'inserimento di impianti post-estrattivi potes- se mantenere il profilo dei tessuti molli, pre- servare la dimensione ossea, ridurre al minimo il periodo di edentulia e il tempo totale di trat- tamento(1-3) . Anche in seguito all’estrazione di elementi dentali con processi infettivi cronici periapicali il posizionamento di impianti post- estrattivi si è dimostrata una tecnica predicibi- le e ben documentata(4-6) . Tuttavia studi più re- centi hanno messo in discussione la possibilità che l’inserimento di impianti post-estrattivi possa prevenire il riassorbimento osseo(7-8) . Per minimizzare questo meccanismo fisio- logico sono state proposte tecniche chirurgi- che senza l’elevazione di lembi anche se un recente studio clinico ha dimostrato che l’in- serimento di impianti post-estrattivi posizio- nati mediante l’elevazione di un lembo o con tecnica senza lembo può dare, in entrambi i casi, ottimi risultati(9) . L’inserimento di impian- ti in siti post-estrattivi spesso comporta una discrepanza tra il corpo implantare e le pare- ti alveolari residue. La guarigione dell’alveolo post-estrattivo comprende processi di riassor- bimento e di apposizione osseo, dove il primo prevale sul secondo. Il riassorbimento è mag- giore in presenza di ampi spazi perimplantari e in presenza di un biotipo parodontale sottile, ma la sola presenza di una corticale vestibo- lare spessa non risulta sufficiente a prevenire il riassorbimento osseo orizzontale(10) . Al fine di preservare il volume osseo sono state in- trodotte tecniche di innesto tra l’impianto e la parete alveolare(11) . Lo scopo di questo lavoro è definire quali sono i fattori di rischio che pos- sono influire sul risultato estetico a lungo ter- mine degli impianti post-estrattivi e presenta- re un nuovo parametro clinico-diagnostico. _Valutazione critica dei parametri clinici L’inserimento di impianti post-estrattivi immediati (tipo 1) comporta vantaggi e svan- taggi ma in generale è considerata una proce- dura chirurgica più complessa rispetto all’in- serimento implantare di tipo 2 e 3(12) (Tab. 1). Per ottenere una riabilitazione soddisfa- cente dal punto di vista estetico non è suf- ficiente armonizzare dimensione, forma, po- sizione e colore del restauro protesico agli elementi dentali adiacenti, ma è essenziale ot- tenere tessuti molli perimplantari sani e stabili nel tempo. Risulta quindi fondamentale, per ottenere buoni risultati a lungo termine, stabi- lire quali sono i fattori di rischio che possono compromettere il risultato finale. I principali fattori analizzati sono: 1 stabilità dei tessuti molli perimplanta- ri; 2 spessore osseo vestibolare; *Università degli Studi di Milano Dipartimento di Tecnologie per la Salute I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico Galeazzi Reparto di Implantologia e Riabilitazione Orale Responsabile: Dr. Tiziano Testori Clinica Odontoiatrica Direttore: Prof. Roberto L. Weinstein Analisi critica dei fattori di rischio estetici in implantologia post-estrattiva Autori_M. Capelli*, M.A. Deflorian*, R. Scaini*, F. Galli*, A. Parenti*, L. Fumagalli*, F. Zuffetti*, T. Testori*, Italia