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implants Italy

1_201238 expert article _ chirurgia intracranica falia deve essere trattata nei primi mesi di vita per permettere una buona crescita cerebrale. In generale in tutte le malformazioni cranio facciali in cui la componente stenotica abbia una ripercussione sulla crescita encefalica e/o sulla crescita del globo oculare inducendo va- riazioni pressorie intracraniche e/o intra-orbi- tarie vanno trattare con un gesto decompres- sivo e strutturale nei primi mesi di vita. Questi primi gesti che devono essere cra- nici e orbitali, non devono alterare i rapporti base del cranio/massiccio-facciale che dovreb- bero essere preservati per l’ulteriore crescita e ulteriori gesti chirurgici. Come regola generale i gesti chirurgici sul massiccio facciale vanno posposti fino a quan- do la crescita facciale non sarà ultimata e i ri- sultati potranno essere conservati nel tempo. Molto spesso però in queste sindromi cranio facciali complesse la retrusione medio facciale è molto intensa e determina dei disturbi psi- cologici al bambino che si rivelano soprattutto in epoca scolare e/o pre-scolare. In questi casi può essere indicato un trattamento combina- to cranio facciale per superare questa difficile fase dello sviluppo. Nuovi mezzi di distrazione interna mascel- lare permettono in qualche caso di superare questo problema e di preparare l’intervento preordinato di avanzamento facciale. In seguito i gesti di rinoplastica o di canto- pessia interna e/o esterna e in qualche caso di correzione dell’ipertelorismo completano l’iter terapeutico chirurgico. Da quando nel 1890 Lannelongue pubblicò il primo intervento di correzione di una cranio- stenosi (scafocefalia) sono state molte le tecni- che chirurgiche che si sono succedute. Grazie a un incremento delle conoscenze riguardo l’eziopatogenesi di queste malattie si è passati da una tecnica di minima, come può essere considerata la semplice suturectomia, a una chirurgia altamente demolitiva attraverso il rimodellamento completo della volta cranica con il quale venivano trattate sia le cranioste- nosi semplici mono-plurisuturarie sia le cra- niostenosi complesse. Grazie alle nuove conoscenze sull’eziopa- tologia e al non marginale aiuto portato dalle nuove tecnoclogie che oggi abbiamo a disposi- zione (TC, TC-3D e RMN), nell’ultimo decennio si è avuta una nuova inversione di tendenza ri- Figg. 5, 6_Risultato clinico a distanza. Tecnica tradizionale. Figg. 7, 8_Tecnica mini invasiva con suturectomia e posizionamento di espansore dinamico metallico. Fig. 5 Fig. 7 Fig. 6 Fig. 8