Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

implants Italy

291_2012 tecnica clinica _ chirurgia piezoelettrica trasonica dedicata (24-32 KHz) consente al di- spositivo di essere attivo sui tessuti mineralizza- ti come osso e denti ma non sui tessuti molli (ad esempio vasi e strutture nervose) a tutto van- taggio di un’elevata sicurezza intraoperatoria. L’effetto di cavitazione prodotto dalle vi- brazioni ultrasoniche si traduce in una visibilità totale del campo operatorio e contribuisce ad aumentare la sicurezza intraoperatoria. Infine, l’assenza di macrovibrazioni tipiche degli strumenti rotanti e la ridotta pressione che deve essere esercitata sul manipolo permettono l’esecuzione di osteotomie e/o osteoplastiche altamente precise e sicure, oltre che molto più confortevoli per il paziente. Tutto questo si traduce in una minor mor- bilità e in un’aumentata accettazione dell’inter- vento. Dal punto di vista istologico, nelle osteoto- mie eseguite con dispositivi piezoelettrici diversi autori hanno osservato una miglior guarigione ossea rispetto agli strumenti rotanti(7,14) . Dal punto di vista clinico, e in particolare nelle procedure di rimozione di impianti frattu- rati, l’impiego di una fresa chirurgica al carburo ha una grande efficacia, ma può esitare in una linea osteotomica poco netta e sfrangiata con grande sacrificio di tessuto osseo, soprattutto a carico del piatto buccale. In alternativa è possibile utilizzare una fresa carotatrice tradizionale, anche se le intrinse- che difficoltà nel maneggiare questi strumenti espongono al pericolo di danneggiare il tessuto osseo circostante nel caso in cui l’operatore ne perda accidentalmente il controllo. Come conseguenza, l’inserimento immediato o differito di un nuovo impianto potrebbe non essere possibile, a meno di non voler fare ricorso a tecniche rigenerative che inevitabilmente dila- tano il periodo di guarigione ossea e aumentano i costi. Oltre a questo, le macrovibrazioni prodotte da una fresa carotatrice vengono spesso perce- pite dal paziente come estremamente fastidio- se. In riferimento al caso clinico presentato va inoltre evidenziato come l’impiego di strumenti rotanti tradizionali (e.g. frese carotatrici o frese chirurgiche al carburo di tungsteno) per comple- tare l’osteotomia fino all’apice implantare avreb- be messo a repentaglio l’integrità della membra- na sinusale con tutte le complicanze del caso. D’altro canto, anche un tentativo di lussare il frammento implantare senza prima aver com- pletato l’osteotomia fino all’apice avrebbe por- tato a una frattura incontrollata del pavimento del seno mascellare con conseguente lacerazio- ne della membrana di Schneider. Per tutti i motivi sopra esposti, l’impiego di un dispositivo piezoelettrico andrebbe sempre considerato in caso di rimozione di impianti en- dossei fratturati. _Conclusioni L’impiego di un dispositivo piezoelettrico può essere di grande ausilio nelle procedure di rimozione di impianti osteointegrati fratturati Fig. 8 Fig. 9 Fig. 8_L’impianto rimosso. Fig. 9_Impianto fratturato e corona protesica.