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Dental Tribune Italian Edition

15Dental Tribune Italian Edition - Gennaio 2012 Gestione dello Studio Il Presidente del Consiglio Mario Monti: “Acquistate prodotti italiani” pagina 14< gli standard di sterilizzazione e di- sinfezione è possibile, ma, secondo un modello ideale e vincente, gli studi dovranno trasformarsi in pic- cole ma efficienti sale operatorie, pur nel ragionevole adeguamen- to alle peculiarità degli interventi odontoiatrici. Lo richiedono i pro- gressi dell’odontoiatria che portano a eseguire interventi a contenuto tecnico-organizzativo sempre più elevato, ma anche a maggior rischio d’infezione. L’ambiente in cui si opera - il cavo orale - e i sofisticati dispositivi me- dici utilizzati, rendono particolar- mente complesso il controllo di tale rischio. Il professionista lungimirante, abile tecnicamente e responsabile etica- mente, ha come imperativo prima di tutto la sicurezza del paziente, ma anche quella del personale addetto e, non ultimo, di sè medesimo. Per tutti, è richiesta la massima pro- tezione da ogni infezione, crociata e non. Sono gli stessi pazienti, sempre più attenti, informati ed esigenti, a chiedere di essere rassicurati sugli standard igienici adottati. Per dare risposte serie diventano dunque imprescindibili la gestione integra- ta delle procedure e dei protocolli per la sicurezza biologica, l’aggior- namento dello strumentario e dell’organizzazione degli ambienti di lavoro, l’approccio accurato alle fasi di sterilizzazione/preparazio- ne/riordino. A fronte di un contenzioso è così possibile dimostrare perizia, effi- cienza e qualità igienica. Rischio clinico Ci sono pazienti che non si possono trattare, ma non ne esistono che non si possono danneggiare. La pratica clinica deve essere ispirata alle mi- gliori evidenze scientifiche dispo- nibili. Solo così i rischi fatti correre ai pazienti col trattamento sono eti- camente accettabili e assicurabili. L’analisi della letteratura scientifica e i dati desunti dai trial clinici sono tra le fonti più importanti che devo- no orientare la pratica clinica. Aquestopuntosaràcompitodell’Or- dinestimolareleistituzionisullane- cessità di un’inversione di tendenza nella conflittualità tra medico e pa- ziente, definendo meglio il nesso di causalità e il concetto di “colpa” per eliminare incertezze ed evitare che la colpa venga riconosciuta di fronte alla semplice probabilità. Quanto all’Ordine, si può forse pen- sare che la sua azione come organi- smo di supervisione o disciplinare appartenga al passato? In ambito odontoiatrico è indi- spensabile un ruolo più incisivo e responsabile della CAO che la porti ad assumere un ruolo di guida e di orientamento professionale, come per la creazione del dossier forma- tivo individuale per liberi profes- sionisti è previsto dal testo varato dalla Commissione Paritetica Stato- Regioni relativo al Programma Na- zionale ECM. In questo momento di riflessione e di cambiamento l’Ordine deve essere in grado di offrire stimoli culturali favorendo la discussione delle nuove tematiche professionali e avanzando proposte. Deve in par- ticolare sottolineare l’importanza delle tematiche deontologiche e calarle nella realtà quotidiana rita- gliandosi un ruolo di garante for- male e sostanziale di quell’alleanza tra medico e paziente che il nuovo codice deontologico auspica con forza: un Ordine, insomma, come guida al cambiamento e al nuovo patto col cittadino che, a ragione, chiede cure sicure in un ambiente controllato. I media contribuiscono a creare la convinzione che tutto quanto succe- de in campo medico risieda soltanto nella funzione unica, individuale ed esclusiva del medico che ha di fron- te in quel momento. Non è così. Dobbiamo usare i no- stri strumenti per spiegarlo dato che questa percezione crea il primo momento discorsivo nel rapporto medico-paziente. Luigi Paglia Dental Tribune Italian Edition - Gennaio 2012