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Dental Tribune Italian Edition

6 Italian EditionAnno VII n. 12 - Dicembre 2011 Lasciati guidare nel mondo dell’implantologia evoluta TMM Patented-MadeinItaly Per informazioni contattare: I.D.I. evolution srl via Monza, 31 20839 Concorezzo (MB) ITALY tel. 039/6908176 Fax 039/6908862 mail: info@idievolution.it www.idievolution.it IDI EVOLUTION PRESENTA IL 1° SISTEMA DI IMPLANTOLOGIA GUIDATA MEDIANTE KITINTELLIGENTE Engineerized by FOTOGRAFA IL CODICE CON ILTUO SMARTPHONE E SCOPRITMM2 Recenti sviluppi sulla genetica delle schisi orofacciali Luca Scapoli*, Francesco Carinci** *Dipartimento di Istologia, Embriologia e Biologia Applicata, Università di Bologna **Cattedra di Chirurgia Maxillofacciale, Università di Ferrara Le schisi orofacciali sono comu- ni malformazioni congenite che si possono manifestare nell’am- bito più di 300 sindromi rare. Più frequentemente, la schisi si evidenzia come difetto isolato in una condizione definita non sindromica che colpisce circa un nuovo nato ogni 1000. L’origine è da attribuire ad anomalie dello sviluppo embrionale nelle prime settimane di gestazione. Il nor- male sviluppo della faccia coin- volge cinque processi facciali che accrescendo compiono complessi movimenti morfogenetici, infine confluiscono e fondono tra loro dando origine alle strutture defi- 1. Pasini D, Cloos PA, Walfridsson J,Olsson L, Bukowski JP, Johansen JV, Bak M, Tommerup N, Rappsilber J, Helin K.: Jarid2 regulates binding of the Polycomb repressive complex 2 to target genes in ES cells. 2010. Nature 464:306-10. 2. Scapoli L, Martinelli M, Pezzetti F, Palmieri A, Girardi A, Savoia A, Bianco AM, Carinci F.: Expression and associations data strongly support Jarid2 involvement in nonsyndromic cleft lip with or without cleft palate. 2010. Human Mutation 31:794-800. 3. Scapoli L, Pezzetti F, Carinci F, Martinelli M, Carinci P, Tognon M.: Evidence of linkage to 6p23 and genetic heterogeneity in nonsyndromic cleft lip with or without cleft palate. 1997. Genomics 43:216-20. 4. Carinci F, Pezzetti F, Scapoli L, Martinelli M, Avantaggiato A, Carinci P, Padula E, Baciliero U, Gombos F, Laino G, Rullo R, Cenzi R, Carls F, Tognon M.: Recent developments in orofacial cleft genetics. J Craniofac Surg. 2003Mar;14(2):130-43. 5. Martinelli M, Masiero E, Carinci F, Morselli PG, Pezzetti F, Scapoli L.: New evidence for the role of cystathionine beta-synthase in non-syndromic cleft lip with or without cleft palate. Eur J Oral Sci. 2011 Jun;119(3):193-7. 6. Martinelli M, Di Stazio M, Scapoli L, Marchesini J, Di Bari F, Pezzetti F, Carinci F, Palmieri A, Carinci P, Savoia A. Cleft lip with or without cleft palate: implication of the heavy chain of non- muscle myosin IIA. J Med. 2007 Jun;44(6):387-92. Bibliografia studi formali condotti sui gemel- li lo hanno confermato. Le nuove tecnologie sviluppate per lo stu- dio del genoma umano hanno permesso di identificare un certo numero di geni e regioni cromo- somiche che sembrano conferire predisposizioneallamalformazio- ne. Il condizionale è d’obbligo in quanto studi indipendenti hanno spesso fornito indicazioni contra- stanti. Le ragioni possono essere ricondotte all’elevato numero di geni coinvolti, che nelle diverse popolazioni e nei diversi campioni di studio possono assumere una differente importanza relativa. Tra le diverse regioni cromosomi- che, il braccio corto del cromoso- ma sei è stata tra le prime a essere investigate. Un’indagine condotta in Italia ha inizialmente eviden- ziatocheimarcatoridiquestocro- mosoma venivano trasmessi con la malattia in metà delle famiglie multigenerazionali analizzate(3) . Recentemente, è stato possibile rifinire il dato, evidenziando in Jarid2 il gene in grado di aumen- tare il rischio di schisi. Particolari polimorfismi di questo gene sono stati visti associati all’insorgen- za della schisi del labbro nei casi nitive. Le più comuni anomalie sono difetti di fusione dei processi mascellari che determinano delle fessurazioni nella regione orale, le labioschisi e le palatoschisi. L’eziologia delle schisi oro- facciali non sindromiche è molto complessa in quanto coin- volge componenti genetiche e componenti ambientali, queste ultime determinate per lo più dalle abitudini della madre nelle settimane periconcezionali. Studi epidemiologici hanno evidenzia- to che carenze vitaminiche, con- sumo di fumo, alcool e farmaci possono aumentare il rischio di schisi orofacciali. La predispo- sizione genetica è forte, lo si può facilmente dedurre dal fatto che si osserva ricorrenza familiare in circa il 20% dei casi, ma anche Pazienti oncologici e terapia odontoiatrica Approccio terapeutico attuale e prospettive future Con il patrocinio dell’Ordi- ne dei Medici di Torino e la Fondazione Scientifica Mau- riziana-Onlus, la Struttura Complessa di Odontostomato- logia (diretta da Franco Goia) dell’A.O. Ordine Mauriziano e l’Associazione Nazionale Den- tisti Italiani di Torino (pre- sieduta da Agostino Neirotti) hanno organizzato sabato 12 novembre una giornata di con- fronto tra realtà ospedaliera e dentisti. Particolare attenzio- ne è stata dedicata all’aspet- to riabilitativo dei pazienti oncologici con problemi del cavo orale in particolare per migliorare la qualità della vita superando i problemi legati al dolore, alle difficoltà della masticazione, della fonetica e dell’estetica. Goia e Neirotti hanno rilevato la necessità di implementare ulteriormente la sinergia tra la realtà ospe- daliera, quella dei medici di base e degli odontoiatri. Ampio spazio è stato dedicato alla prevenzione e alla prepa- razione del paziente sottoposto a radioterapia, chemioterapia e/o interventi demolitivi del distretto facciale che posso- no e devono quindi contare su un costante supporto intra ed extra ospedaliero. La gior- nata ha visto gli interventi di P. Appendino, L. Basano, B. Bo, A. Chiarelli, M. Gilar- dino, F. Goia, G. Malinverni, P. Menozzi dell’A.O. Ordine Mauriziano di Torino e V. Fusco della SOC di Oncologia dell’A.O.diAlessandriaeldiC. OrtegadellaDivisioneuniver- sitaria di Oncologia ed Ema- tologia dell’IRCC di Candiolo. familiari, ma anche in quelli spo- radici. L’osservazione che il gene è attivamente espresso in strutture specifiche e in momenti determi- nanti dello sviluppo orofacciale supportano ulteriormente l’evi- denza che il gene ha una funzione importante per questo sviluppo(2) . Il gene Jarid2 codifica per una proteina che regola la trascrizio- ne di altri geni. Sebbene la sua funzione sia tuttora oggetto di studio, è stato osservato che gra- vi mutazioni del gene sono letali in cavie animali, rivelando che Jarid2 riveste un ruolo importan- te nello sviluppo di cuore e fegato, nella chiusura del tubo neurale e nell’ematopoiesi(4-6) . Sebbene le schisi non figurino tra le carat- teristiche evidenziate in questo modello,restailfattochesviluppo cardiacoeorofaccialecondividono schemicomuni,ipotesisupportata dall’evidenza che difetti cardiaci e schisi orofacciali sono tratti che spesso si riscontrano contempora- neamente in sindromi congenite. Recentemente è stato evidenzia- to che Jarid2 interagisce con il complesso proteico Policomb nel regolare il pattern di espressione di geni dello sviluppo attraverso la modificazione dello stato della cromatina(1) . Jarid2 guida il lega- me di Policomb a siti specifici del DNA genomico e il complesso modifica chimicamente gli istoni favorendo il compattamento del- la cromatina che rende inattivi i geni. È stato notato che in cellule staminali embrionali di topo, il complesso Jarid2-Policomb si lega ai promotori di geni essenziali per il normale sviluppo e differen- ziazione, tra i quali alcuni noti, o sospettati, di essere coinvolti nell’insorgenza delle schisi. I dati sinora raccolti non per- mettono ancora una diretta appli- cazione delle scoperte alla pratica clinica, tuttavia le indicazioni che hanno recentemente permesso di collegare l’azione di Policomb allo sviluppo del labbro e del palato, lasciano ben sperare e aprono il campo a nuove interessanti ipote- si di lavoro. Medicina Interdisciplinare