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Implant Tribune Italian Edition

14 Italian EditionAnno V n. 4 - Novembre 2011 Clinica & Ricerca stici della superficie DLMF(29-31) . Ulteriori evidenze istologiche inerenti il comportamento degli impianti direct laser metal for- ming (DLMF) nei confronti dei tessuti mucosi peri-implantari, hanno mostrato come le fibre collagene dei tessuti muco- si peri-implantari tendono ad innestarsi perpendicolarmente alla superficie del colletto degli impianti DLMF(37) . Impianti Direct Laser Metal Forming (DLMF): applicazio- ni cliniche Gli impianti Direct Laser Metal Forming (DLMF) sono stati valutati clinicamente all’interno di uno studio pro- spettico e multicentrico che coinvolge diversi professioni- sti nell’ambito universitario e della libera professione. Questo studio multicentrico è in corso da 2 anni, ed i risultati preli- minari dello stesso hanno dato luogo a 3 diversi lavori clinici attualmente in pubblicazione su riviste nazionali e interna- zionali(8,9,38) . In un primo lavoro, gli impianti Direct Laser Metal Forming (DLMF) sono stati utilizzati a sostegno di overden- ture mandibolari(38) . Novanta- sei impianti one-piece con ball attachment erano inseriti in 24 pazienti (4 impianti interfora- minali per ciascun paziente) e caricati immediatamente(38) . A un anno dall’inserimento e al momento della funzionalizza- zione degli impianti, la soprav- vivenza implantare era molto soddisfacente (98,9%) con un solo impianto fallito; il successo implantare, infine, definito da criteri estremamente rigorosi, era altrettanto buono (97,8%) (38) . In un secondo lavoro clini- co, 201 impianti Direct Laser Metal Forming erano impie- gati a sostegno di riabilitazioni protesiche fisse (corone singole, protesi fisse parziali ed arcate complete) in 62 pazienti(8) . In questocasogliimpiantisonosta- ti lasciati guarire sommersi per un periodo convenzionale di 2-4 mesi. A un anno dall’inserimen- to, la sopravvivenza implantare globale era del 99,5% mentre il successo implanto-protesico era del 97,5%(8) . In un terzo ed ultimo lavoro, infine, 110 impianti DLMF erano impie- gati a sostegno di corone singole in 82 pazienti, mostrando una sopravvivenza e un successo implanto-protesico del 99,1% e del 97,2% rispettivamente, a un anno dall’inserimento(9) . I dati preliminari emersi da questi 3 lavori clinici con follow-up di 1 anno sono estremamente inco- raggianti, ma necessiteranno senz’altro di essere confermati su tempi più lunghi. Impianti Direct Laser Metal Forming (DLMF): conclusioni La fabbricazione di impian- ti dentali con tecnica Direct Laser Metal Forming (DLMF) presenta, come abbiamo visto, alcuni distinti vantaggi. Essa permette di ottenere impian- ti con core centrale denso e superficie porosa. Tale porosità ridotta nella porzione centrale e accentuata progressivamen- te verso la superficie permette agli impianti direct laser metal forming (DLMF) di possedere caratteristiche di elasticità simi- li a quelle dell’osso circostante. IT pagina 15 IT pagina 12 Anche le cellule staminali prelevate dalla polpa dentale mostravano di gradire l’archi- tettura porosa della superficie DLMF, colonizzando gli spazi porosi e aderendovi tenacemen- te(35) . Esse erano quindi stimola- te a una rapida differenziazione verso la linea osteogenica, pro- ducendo una grande quantità di matrice ossea a partire dalle concavità della superficie(35) . La risposta biologica alla superfi- cie DLMF era quindi studia- ta in vivo, in differenti studi istologici e istomorfometrici su uomo(29-31) . In particolare, mini- impianti DLMF erano inseriti nell’area posteriore del mascel- lare superiore, distalmente ai secondi molari superiori (osso tipo III-IV) e quindi rimossi dopo un periodo di guarigio- ne di soli due mesi(29-31) . Dopo questo breve periodo, l’analisi istologica rivelava come una grande quantità di nuovo osso fosse in intimo contatto con la superficie degli impianti(29,30) . In alcune aree, inoltre, quest’os- so neoformato mostrava segni evidenti di maturazione e rimo- dellamento, con trabecole ossee neoformate a interporsi tra la superficie dell’impianto e l’os- so preesistente(29-31) . L’analisi di simili campioni con microscopia elettronica confermava questi dati, mostrando come la matri- ce ossea extracellulare fosse in grado di penetrare sino in pro- fondità gli spazi porosi caratteri- Fig. 18 - La spettrometria dispersiva a raggi X (EDAX) permette di mappare nell’immagine i singoli elementi. Nell’immagine è presente a sinistra in basso il quadro ultrastrutturale; negli altri tre quadranti la distribuzione del calcio (verde), del fosforo (rosso) e del titanio (blu). È evidente la perfetta co- localizzazione di calcio e fosforo, che indica le aree mineralizzate. Fig. 20 - Immagine al SEM (250X) colorate per meglio evidenziare l’intima connessione dei fasci connettivali più scuri con la superficie DLMF in azzurro. Fig. 22 - Impianti a carico immediato a sostegno di overdenture mandibolare: foto clinica ad 1 anno. Fig. 23 - La overdenture implanto-supportata ad 1 anno dal posizionamento. Fig. 24 - Radiografia ortopanoramica di controllo ad 1 anno. Fig. 25 - Impianti in mascellare superiore a sostegno di protesi fissa parziale: foto clinica ad 1 anno. Fig. 21 - Tessuto connettivale in zona di attacco connettivale. Le fibre di collagene hanno un orientamento prevalentemente perpendicolare alla superficie dell’impianto. Le fibre si adattano alle irregolarità della superficie. Luce polarizzata (150X). Fig. 19 - Anche l’interfaccia tra la superficie TixOs® ed il tessuto connettivo fibroso, visualizzata al SEM, appare eccellente e mostra spessi fasci connettivali che originano direttamente dall’impianto metallico e formano un denso reticolo tridimensionale che riempie tutti gli interstizi e le anfrattuosità della superficie implantare. Con particolari accorgimenti il tessuto connettivo denso può essere evidenziato anche in questa sezione tangenziale, dove appare sotto forma di tralci sinuosi chiari, ancorati direttamente alle anfrattuosità della superficie metallica (650X).