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Dental Tribune Italian edition

Anno VII n. 11 - Novembre 2011 News e Commenti Se apprezzi FenderPrime prova anche: ”FenderPrep protegge il dente adiacente e la gengiva durante le preparazioni per corone e faccette 3455-1110©DirectaAB by Dott. Domenico Massironi Protegge il dente e la gengiva durante la preparazione Cuneo interdentale con protezione laterale in acciaio. La punta sottile “a forma di barca” facilita l’inserimento nei serrati spazi aprossimali compattando e proteggendo allo stesso tempo la gengiva. Misura unica. Matrice per ricostruzioni di classe II Protezione e separazione per preparazioni Protezione e matrice per denti primari DT pagina 2 Al momento sono 15. I criteri di ammissione sono sanciti dallo statuto: in primis svolgere atti- vità scientifica e culturale sul territorio nazionale, il periodi- co rinnovo degli organi direttivi attraverso elezioni nelle quali i soci con diritto di voto possano accedere alle cariche elettive: una mission culturale e scientifi- ca abbinata a criteri di democra- ticità. Raccomandazioni cliniche: in questo caso il Cic ha avuto un ruolo istituzionale più evidente. Un’esperienza positiva? Molto, soprattutto dal punto di vista della partecipazione e metodologico. Vedere intorno a un tavolo tutte le componenti cul- turali e scientifiche dell’odontoia- tria a lavorare sodo è motivo di soddisfazione per tutti, segno di spirito di collaborazione, di gran- de e positivo cambiamento. Ne va dato atto al Ministero nella per- sona di Gherlone, alla capacità di Renzo, presidente Cao e del pre- cedente esecutivo del Cic, Schia- riti, Carnevale e Malentacca. Il Cic è un provider scelto anche da importanti società scientifiche quali l’Aiop. Perché questo ruolo è così importante per il Cic nei confronti delle società scientifiche? Parole come autorevolezza e con- siderazione sono la logica conse- guenza dell’operosità, pertanto appenalesocietà,medianteilCic, decidono di essere parte attiva del loro operato, diventano interlocu- tore credibile e da rispettare in qualsiasi sede per dialogare sui temi che le riguardano: Ministe- ro e Fnomceo innanzitutto. Il Cic ha i corsi Fad gratuiti. Perché questa scelta? All’articolo 3 dello statuto c’è scritto: “Il Comitato non ha scopo di lucro... per assicurare un pro- gramma di miglioramento cultu- rale e scientifico”. Tutto qui, oltre al fatto che i soci hanno già paga- to una quota alle società. Quindi la riteniamo una scelta corretta. Perché con tanta offerta formativa anche il Cic ha deciso di occuparsene direttamente? Il Cic non fa offerta formativa. Ribadisco: tanta offerta formativa. Un segnale di pluralismo o no? Perché nonostante tutto solo un 25% degli iscritti dei dentisti partecipa a corsi, congressi o corsi Fad? È vero. Solo alcuni partecipano alla convegnistica, ma non è un fenomeno solo nostro. Se osservia- mo anche il mondo strettamente medico o quello di altre professio- ni i dati possono essere sovrappo- nibili. È un problema culturale. Forse l’obbligatorietà dell’Ecm vuol tentare di risolvere questa criticità ed elevare, o mantenere elevate, il livello delle prestazioni mediche e odontoiatriche. Il sistema sanzionatorio che vuole attivare il Ministero attraverso l’Ordine sarà efficace? Il lavoro della commissione Ecm è lodevole e cerca di risolvere i problemi senza preconcetti, con intenti corretti. Il nuovo rego- lamento penalizza però alcuni tipi di eventi quali ad esempio i congressi odontoiatrici con più di 200 partecipanti. Ritengo per- tanto nostro dovere assistere la commissione con suggerimenti soprattutto per quanto riguarda l’attribuzione di crediti all’odon- toiatria che ha un sistema con- gressuale completamente diverso da quello di area medica cui forse si sono ispirati nell’elaborazione della parte legata all’attribu- zione dei punti. Gli odontoiatri che partecipano a un congresso rinunciano a giornate lavorati- ve (quindi mancato guadagno), pagano di tasca propria spese di viaggio, iscrizione al congresso, ristorazione ecc. Hanno pertan- to la massima motivazione ad apprendere e a trasferire nella pratica clinica le nuove conoscen- ze. Questo va premiato, non sot- tovalutato. È uno degli obiettivi che il Cic sta portando avanti con grande determinazione e spero con positivi risultati. Come vede l’attuale momento di transizione della professione? Quali gli sbocchi? È un momento di grande cam- biamento come per tutte le profes- sioni, da tempo se ne avvertivano i primi segni. La soluzione per tutti i mali delle professioni non credo sia prerogativa di qualcu- no in particolare. E comunque la qualità della prestazione odon- toiatrica (non voglio parlare di eccellenza anche se prerogativa delle società Scientifiche) ritengo sia sempre la risposta giusta alla richiesta di salute dei pazienti. Attorno al concetto di qualità ed eticità il professionista deve costruire quel che ritiene giusto e più adatto al proprio profilo. Lei sostiene che il medico ovvero il dentista deve occuparsi anche della sua attività da un punto di vista manageriale. Quindi è d’accordo che comunque la complessità della professione fa sì che privatamente si debbano gestire vere e proprie piccole o complesse imprese? Qualsiasi attività deve essere sostenibile economicamente. Anzi deve sostenere economicamente chi la svolge e ovviamente anche l’odontoiatra. Il punto è un altro: l’odontoiatra fa il dentista, scu- si il gioco di parole, perché l’ha scelto. L’imprenditore ha come primo obiettivo il profitto, perché l’ha scelto e se si occupa di salute, ha di sicuro un approccio diverso da quello del professionista. Que- sto può costituire una criticità e alcuni fatti in questi giorni lo dimostrano. Criticità che posso- no determinare un rischio per la salute devono essere portate all’attenzione della politica che deve legiferare a tutela proprio dei cittadini. Investire oggi è un rischio o una grande opportunità? Se si intende investire nel proprio lavoro nelle forme dell’aggior- namento culturale e strutturale, credo che sia sicuramente un’op- portunità obbligatoria. Il detto “Chi si ferma è perduto” vale sempre, forse ora più che mai. Per quanto riguarda investire sol- di, speranze e tempo per avviare un percorso formativo che por- ti a esercitare la professione di odontoiatra, chi ha molta deter- minazione abbinata a capacità uno sbocco lo trova sempre. Nel mondo c’è posto per tutti e spero anche per mio figlio che ha scelto invece di fare il musicista. Siamo entrati nel merito della professione. Avete aperto una collaborazione con l’Enpam: le società scientifiche del Cic avranno un desk attivo e non solo istituzionale ai congressi (si era parlato dell’importanza di far conoscere ai giovani le opportunità per crearsi una pensione futura ndr.) Avere progetti, iniziative è un dovere quando si svolge un ruolo al servizio di altri. Dare opportu- nità di conoscenza è anche dare la possibilità più diretta agli odon- toiatri delle società di conoscere la loro posizione previdenziale principale che è quella Enpam. Il problema della previdenza, di grande attualità, è un tema che il professionista dovrebbe affronta- re sin dal primo giorno di lavoro. Abbiamo pertanto avvertito la necessità di sensibilizzare i gio- vani affinché si attivino subito e permettere ai professionisti più maturi di fare il punto di una situazione che si può concretizza- re talvolta in una sorpresa agro- dolce. Negli scorsi anni (e mesi) i toni polemici tra le diverse componenti della categoria sembravano riflettere un po’ il “nostro teatrino italiano”. Adesso invece si assiste a una voglia costruttiva di collaborare e a un ridursi delle polemiche, proprio a partire dall’accordo Enpam. È vero i toni si sono abbassati: si leggono e ascoltano frasi che trasmettono uno spirito diverso. Spero che ciò sia legato a una volontà politica diversa e non a una necessità derivante dal fatto che la durezza della contingenza mette d’accordo tutti. Una domanda a sorpresa. Nella sua carriera cosa ripeterebbe e cosa cambierebbe? La risposta forse potrebbe sem- brare scontata: io ripeterei tut- to, forse con qualche variazione, ma sempre sul tema. Mi ritengo fortunato, svolgo un lavoro che mi piace perchè con le mani e la mente sono in grado di aiutare le personeadavereunabuonasalute orale. Mi piace relazionarmi con le persone, pazienti, collaborato- ri e colleghi. Il mondo che ruota attorno alla professione mi ha permesso di portare un contribu- to spero positivo alla professione stessa con l’esperienza associativa e scientifica in particolare. Cre- do nel fondamentale ruolo delle professioni in una società demo- cratica e lo porterò sempre avanti come impegno personale. Le atti- vità che ho svolto mi hanno dato la possibilità di conoscere molte persone e questa è una ricchez- za. I rapporti umani basati sulla stima e amicizia alla fine sono il bagaglio che rimane, dopo tutto e nonostante tutto. Patrizia Gatto Francesco Scarparo.