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Dental Tribune Italian edition

24 Italian EditionAnno V n. 2 - Novembre 2011 Clinica & Ricerca Unbenannt-9 1 08.03.2011 18:10:01 Uhr ET pagina 23 Dal 1984, sono state proposte configu- razioni diverse da quelle di Vertucci. La tabella I mostra una rappresentazione schematicadeidiversitipidisistemicana- lari presenti nelle radici dei MFM per- manenti, come indicato in letteratura(29) . Risultati I risultati del numero totale di cana- li riscontrati, le configurazioni canalari nella radice mesiale e quelle nelle radici distali sono riportati nelle Tabelle II, III e IV. La figura 1 mostra gli esempi dei tagli dei molari che illustrano il numero di canali. La figura 2 mostra gli esempi di diverse configurazioni trovate nelle radice mesiale, mentre la figura 3 mostra gli esempi della radice distale. Discussione Una revisione della letteratura ha riscontrato che il numero di canali nei MFM varia e che vi sono differenze tra i risultati degli studi in vitro e in vivo a questo riguardo. Noi suggeriamo che le modifiche alla cavità d’accesso e lo sforzo clinico per localizzare i canali possano essere una possibile spiegazione di que- ste differenze(29) . La calcificazione della parte coronale del canale spesso non per- mette un accesso adeguato alla radice e alla morfologia canalare, ma questo non significa che sia scomparsa. La calcificazione segue sempre una direzione corono-apicale. Quindi, la par- te più complicata per un clinico è l’iden- tificazione dell’entrata del canale. Però, una volta ottenuta, la strumentazione è solitamente semplice. Grazie alla CBCT, è possibile osservare i tagli assiali di radici di qualunque altezza e di contare il numero di canali indipendentemente dall’accesso coronale. Sappiamo che inizialmente, sia la radi- ce mesiale sia quella distale hanno un solo canale e che l’apposizione della den- Numero di canali 3 4 5 6 7 Numero di molari 22 14 15 1 1 Incidenza in % 41,5 29,4 28,3 1,9 1,9 Tabella II - Numero di canali nei MFM. 2-1 2-2 2-1-2 3-3 3-2 2-3-1 2-3-2 3-1-2 Numero di radici mesiali 22 21 2 1 3 3 1 1 Incidenza in % 39,6 39,6 3,8 1,9 5,7 5,7 1,9 1,9 1-1 2-1 1-2-1 1-2 2-1-2 3-1 2-3 1-2-3-2 3-2-1 2-3-2-1 1-3-2 2-4-3-1 Numero di radici mesiali 25 3 10 2 1 4 1 1 2 2 1 1 Incidenza in % 47,2 5,7 18,9 3,8 1,9 7,5 1,9 1,9 3,8 3,8 1,9 1,9 Tabella III - Configurazione del sistema canalare mesiale. Tabella IV - Configurazione del sistema canalare distale. tina al loro interno sviluppa un sistema canalare(30) . In alcuni casi, siamo stati in grado di trovare fino a quattro diverse divisioni in una certa altezza. Clinica- mente, è estremamente difficile non solo rilevare la loro esistenza, ma anche acce- dervi con gli strumenti manuali o rotan- ti. In effetti, quando abbiamo osservato quattro canali in una radice, le divisioni tra questi erano così piccole da scompa- rire dopo la strumentazione del primo canale, con il risultato di un’anatomia “preparata” più semplice. I fatti summenzionati possono spiega- re il numero inferiore di canali riscon- trato in letteratura rispetto ai risultati del nostro studio(29) . Abbiamo ottenuto risultati similari a Forner Navarro et al. per quanto riguarda il numero di canali nella radice mesiale dei MFM con l’uso della TC(11) . In due diversi studi in vitro hanno trovato che la frequenza di tre canali nella radice mesiale era del 14,8% e del 12%. Nel nostro studio abbiamo ottenuto una percentuale dal 17%, il che ci ha fatto dubitare della validità di altre metodologie. È necessaria un’ulteriore analisi della tecnica in 3D. Secondo noi, il vantaggio principale della tecnica è che non altera la struttura dei campioni in alcun modo. Una recente pubblicazione ha confer- mato i dati summenzionati. Nello studio, sono stati preparati 48 accessi di cavità in vitro e modificati nella radice mesiale di MFM. La camera pulpare è stata esplo- rata con un microscopio e con punte per ultrasuoni. L’operatore ha osservato la presenza di un canale mediale mediano in nove radici (18.7%). Questo conferma che la corretta elimi- nazione della calcificazione e delle inter- ferenze coronali permette l’accesso a un numero maggiore di canali nella radice mesiale dei MFM. La letteratura mostra che i Tipi II e IV della classificazione di Vertucci della configurazione del sistema canalare sono più frequenti nella radice mesiale(29) . Nel nostro studio, il 39,6% delle radici mesiali - rispetto al 35% in letteratura - mostrava due canali che erano collegati nel terzo apicale, in una stretta correlazione. Sem- pre nel nostro studio, la configurazione di Tipo IV, due canali indipendenti, era meno frequente (39,6%) rispetto al dato in letteratura (52,3%). La presenza di tre canali indipendenti era visibile in un solo caso, ma vi erano altre configurazio- ni complesse, come 3-2, 2-3-1, 2-3-2 e 3-1- 2, portando il numero di radici mesiali con tre canali a nove. La configurazione del sistema canalare della radice distale offriva una maggior varietà. La frequenza di un solo canale (47,2% nei nostri dati rispetto al 62,7% in letteratura) era inferiore, aumentando il numero di casi con configurazioni più complesse. Questo è dovuto probabilmen- te a una percentuale superiore di calcifi- cazione nei canali nei nostri campioni. La maggior parte dei nostri campioni è stata estratta a causa di lesioni cariose, fratture coronali o restauri difettosi e non riparabili, con un numero considerevole che mostrava chiari segni di bruxismo cronico prolungato. Tutti questi fattori rinforzano l’apposizione di dentina all’in- terno dei canali, creando suddivisioni nel canale principale. Abbiamo trovato tre configurazioni non ancora descritte in letteratura: - 1-3-2: Inizialmente, abbiamo osser- vato un singolo canale, che diverge- va rapidamente in tre. Verso il terzo medio della radice, due canali si uni- vano per finire in due diversi canali nel terzo apicale. - 2-3-2-1:Unadelleradicimostravadue canali che successivamente si divide- vano in tre. Verso il terzo medio, due di questi si univano e tutti finivano nello stesso forame. - 2-4-3-1: In un’altra radice distale, abbiamo trovato la configurazione più complessa di tutte le radici. Due canali si dividevano in quattro, fon- dendosi poi in tre e infine unirsi per terminare nello stesso forame. Un’altra differenza tra i nostri risultati rispetto alla letteratura inerente la radi- ce distale era la bassa frequenza della configurazione di Tipo II (5,7% rispetto a 14,5%), il che è in contrasto con i nostri risultati per la configurazione di Tipo III. La spiegazione sembra essere semplice: i risultati di studi in vitro erano simili ai nostro risultati, mentre quelli degli studi in vivo non lo erano. Il problema è che quando il canale si divide in due verso il terzo medio, il solo modo per otturarlo è la strumentazione del canale per allar- gare la parte coronale, permettendo un accesso diretto a ciascuno dei canali. La conseguenza è che clinicamente tutti i canali di Tipo III (1-2-1) diventano cana- li di Tipo II (2-1) una volta completato il trattamento radicolare. Data la quantità di informazioni forni- te senza alterare i campioni, la tecnologia CBCT è di grande aiuto per la valutazio- ne in vitro dell’anatomia radicolare di MFM permanenti. Michetti et al. han- no confrontato tagli CBCT con sezioni istologiche per determinare l’aspetto del secondo canale mesiobuccale nei mola- ri superiori. Essi non hanno riscontrato differenze significative(32) . Neelakantan et al. hanno confrontato la CBCT con quattro metodi diversi per lo studio del- la morfologia del sistema canalare. I loro risultati della CBCT erano simili a quelli della tecnica di trasparenza, che è consi- derata come il gold standard per questo tipo di studio(33) . La radiazione a cui un paziente vie- ne sottoposto dipende direttamente dal volume che deve essere sottoposto a scan- sione, il che rende l’analisi in vivo con CBCT una possibilità clinica(19) . In effetti, la revisione della letteratura ha mostrato che la CBCT è uno strumen- to valido e molto utile per ottenere risul- tati di trattamento soddisfacenti(34,35) . Conclusioni È stato dimostrato che la CBCT è uno strumento utile e valido per la valutazio- ne in vitro della morfologia del sistema canalare di MFM permanenti. Le configurazioni più frequenti della radice mesiale erano 2-1 e 2-2, ma un’ele- vata percentuale di radici (17%) aveva tre canali. Metà delle radici distali ave- va un solo canale ma l’altra metà aveva configurazioni diverse, con 1-2-1 come configurazione più frequente. I risulta- ti CBCT ottenuti in questo studio han- no dimostrato anche configurazioni più complesse, come 1-3-2, 2-3-2-1 e 2-4-3-1, che non erano state descritte precedente- mente in letteratura. La Bibliografia è disponibile presso l’Editore.