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Dental Tribune Italian edition

18 Italian EditionAnno V n. 2 - Novembre 2011 News e Commenti ET pagina 17 Questo articolo intende deter- minare se l’endodonzia in quanto specialità ha posto le basi per una reale collaborazione nell’ambito dell’indispensabile odontoiatria interdisciplinare. Il suo obiettivo è quello di valutare le innovazio- ni e le iterazioni negli strumenti a disposizione della disciplina endodontica e assicurare che la ritenzione dei denti naturali vada di pari passo con la realtà biolo- gica e non con la scienza guidata dalle esigenze economiche del marketing. Vi sono due pietre miliari sto- riche che abbracciano la nostra comprensione della notevole complessità del sistema radico- lare; prima di tutto, il lavoro di Hess è stato eseguito nell’era della “Focal Infection Theory” e ha sti- molato l’annichilimento di milio- ni di denti salvabili e ha portato l’odontoiatria decisamente indie- tro nella scienza dell’Età Buia (Fig. 1). Secondariamente, l’uso della tecnologia della micro-TC per mappare lo spazio interno dei denti ha replicato gli studi di Hess usando strumenti digitali (Fig. 2). Sfortunatamente, il risultato di questa rinnovata consapevolez- za non ha portato a un approccio più sofisticato per conservare i denti naturali grazie a un secolo di miglioramenti nei materiali e nelle tecniche, ma ha favorito una mentalità del “più semplice è meglio” che inevitabilmente sarà devastante per la ritenzione della dentizione naturale, come l’egre- gia previsione che il dr. Hunter sostenne all’inizio del ’900(6) . Il depositario del tessuto duro della polpa dentale umana assu- me diverse forme e configura- zioni. Un’accurata conoscenza della morfologia dentale, l’attenta interpretazione delle radiogra- fie angolate, l’uso di CBT a FOV piccolo, la corretta preparazione dell’accesso e la dettagliata esplo- razione dell’interno del dente sono prerequisiti essenziali per il suc- cesso del trattamento. La completa conoscenza della complessità del sistema radicola- re è essenziale per comprendere i principi e i problemi della boni- fica, disinfezione e otturazione canalare per determinare i limiti apicali e le dimensioni delle pre- parazioni canalari, nonché per eseguire con successo procedure di microchirurgia laddove neces- sario. Gli ultimi decenni sono stati seppelliti nella più egregia descri- zione nichilistica di “Mad Men” della magia tecnologica e della comprensione biologica necessa- rie per assicurare una prognosi predicibile a lungo termine del dente trattato endodonticamente: “pulire, sagomare, condensare”. Questo ha portato a una pletora di lanci di prodotto che ha raggiunto ilsuocrescendoconl’arrivodi“un solo strumento che fa tutto”. Conlametamorfosidistrumen- ti nati da materiali per angiopla- stica per migliorare l’elasticità del NiTi e la loro riformulazione in nuove forme e l’utilizzo con movi- mento di reciprocazione piutto- sto che di rotazione, il mercato sta ancora una volta portando la scienza e i nostri pazienti - nonché la nostra professione - a pagare un prezzo per l’ipersemplificazio- ne e l’ottuso rifiuto della realtà che conosciamo per l’opportunità della quale ci inducono ad aver bisogno. I sigillanti basati sui fonda- menti restaurativi dovevano esse- re la conditio sine qua non della creazione di monoblocco nello spazio radicolare. Sfortunatamen- te, uno degli studi più esaustivi eseguiti per valutare il supporto basato sull’evidenza dei meriti del loro utilizzo clinico ha concluso che “sulle basi dei dati in vitro e in vivo attualmente disponibili, sembra non essere chiaro il van- taggio dell’utilizzo dei sigillanti a base di resina metacrilica in combinazione con materiali ade- sivi per l’otturazione canalare in questa fase del loro sviluppo”(7) . La scienza ha dimostrato che la direzione per l’estirpazione del- la malattia refrattaria e cronica legataall’eliminazionedelbiofilm risiede nella terapia fotodinamica chehafornitounachiaraevidenza dell’efficaciaclinicael’applicabili- tà continua a essere dimostrata(8) . Una serie di prodotti sonici e ultrasonici ha invaso il mercato con la promessa di ottimizzare il controllo microbico mediante l’innovazionedeiprotocollidiirri- gazione studiati per disinfettare e rimuovere lo smear layer dello spazio radicolare preparato nono- stante il fatto che la loro capacità di rimuovere il biofilm misto non sia ancora stata provata. La gran- de virtù della matematica è che le verità sono certe e inevitabili; in qualunque universo, la distanza piùbrevetraduepuntièunalinea retta. Gli esperti della nuova era dell’endodonzia vorrebbero farci credere che i singoli file indipen- dentemente dal loro movimento, sia esso di reciprocazione, rotante o a pistone, possano ripulire effi- cacemente lo spazio negativo del sistema canalare a dispetto della morfometria e della miriade di complessità del mondo interno dei denti. In modo similare, insubordi- nata alla scienza della reologia, l’otturazione mediante carrier è considerata equivalente alla generazione di forza e alla gravi- tometria risultanti delle tecniche di iniezione di guttaperca termo- labile riscaldata, come descritte inizialmente da Blaney e rese attuali da Schilder. Eppure, abbiamo una nuova onda di dispositivi di otturazio- ne mediante carrier che, insieme a protocolli di strumentazione semplificati, vengono commer- cializzati dai loro sviluppatori in un contesto di “Ho letto riguardo all’argomento della semplifica- zione del trattamento canalare. Molti colleghi combattono con- tro la complessità dei trattamenti canalari e non vedo perché non si possa renderli più semplici. Cia- scun odontoiatra competente ha buone capacità manuali. Se pos- siamo semplificare la procedura di trattamento per gli odontoiatri generici e quindi migliorare le loro possibilità di completare un maggior numero di trattamenti a uno standard più elevato, i nostri pazienti sicuramente ne trarran- no vantaggio”(9). Per coloro che ritengono che questo articolo sia fine a se stes- so, suggerisco semplicemente di sostituire la disciplina citata con qualunque altra. Forse abbiamo raggiunto il punto in cui non desideriamo più migliorare e supportare l’arte e la scienza di ____________ (riempire il vuoto) con una ricerca conclusiva che confuti i nababbi chiacchie- roni del nichilismo sull’altro lato della proverbiale linea nella sab- bia. È tempo che gli odontoiatri comprendano la gravità del fatto che l’industria è il conducente e la professione il passeggero. Abbia- mo bisogno di una leadership per rigenerare la scienza dell’odon- toiatria prima che l’arte sia pre- pianificata e pre-programmata da coloro che sono al di fuori della professione e i cui interessi risie- dono nel profitto e non nella scon- fitta della malattia orale. Kenneth S. Serota La bibliografia è disponibile presso l’Editore. Fig. 2 - Immagini Micro-CT di un molare (per concessione di Root Canal Anatomy Project; http:// rootcanalanatomy.blogspot.com/). ET pagina 15 Il corso ha fornito elementi utili a iden- tificare i pazienti a rischio sulla base di semplici dati anamnestici e obiettivi, a inquadrare la gravità di una situazione critica, a gestire in modo semplice le più comuni emergenze che si presentano in studio. Non ultime le manovre salvavita in caso di arresto cardiocircolatorio. Duran- te il corso si è svolta anche un’esercita- zione pratica sulle manovre di soccorso e sull’uso di un defibrillatore. In parallelo al corso sulle emergenze mediche nello stu- dio odontoiatrico, ne sono stati tenuti altri teorico-pratici dedicati alla sagomatura del canale radicolare con strumenti Mtwo, Reciproc One File Endo e Wave One. Il venerdì 30 settembre e sabato 1 ottobre il congresso si è articolato per sessioni tema- tiche gestite da coordinatori. Al termine di ciascuna sessione ogni relatore ha risposto a domande specifiche sul tema trattato. I coordinatori hanno introdotto ogni sin- gola sessione e gestito il momento delle domande e delle risposte. Affrontati i temi dell’eziologia, della diagnosi, della terapia e della prognosi dei diversi tipi di lesione da trauma dentale, quali la frattura sem- plice o complicata di corona, la frattura di radice, le diverse tipologie di lussazione e l’avulsione dell’elemento. Sono stati inoltre trattati gli aspetti eziologici, diagnostici e terapeutici delle complicanze, immediate e tardive, come la necrosi della polpa, l’arresto della for- mazione della radice nel dente ad apice immaturo, l’obliterazione del canale pul- pare, i diversi tipi di riassorbimento inter- noedesterno,l’anchilosi,finoaconsiderare l’evenienza della perdita precoce o tardiva dell’elemento dentale traumatizzato. Particolare attenzione è stata dedica- ta alla scelta delle opzioni terapeutiche più idonee: da quelle endodontiche e con- servative, alle parodontali, ortodontiche e protesiche, fino alla scelta implantare. Così Eugenio Tosco ha trattato gli effetti del trauma sulla vitalità pulpare, le com- plicanze immediate e tardive e l’incap- pucciamento pulpare. Alessandro Marcoli ha invece descritto gli effetti del trauma sul dente ad apice immaturo, le tecniche e i materiali impiegati nell’apicogenesi e nell’apecificazione. Roberto Spreafico ha, a sua volta, illustrato le soluzioni da adotta- re nel trattamento delle fratture coronali semplici. La relazione di Silvia Pizzi ha riguardato l’avulsione dentale e il reim- pianto immediato e tardivo, mentre quella di Germana Uliana il ruolo dell’igienista nel mantenimento del dente traumatizza- to. Gianfranco Vignoletti ha, a sua volta, approfondito il tema dei riassorbimenti esterni, Mauro Venturi quello delle frat- ture radicolari e delle lussazioni e Rober- Al XIX Congresso AIE (Montecatini) la gestione odontoiatrica del paziente traumatizzato to Pontoriero quello dell’allungamento di corona clinica ed estrusione ortodontica nelle fratture coronali complesse. Si sono poi succedute le relazioni di Marino Musil- li sul ruolo dell’ortodonzia nel recupero dei denti traumatizzati, quella di Aniello Mol- lo sul trattamento interdisciplinare nel recupero estetico e funzionale del dente traumatizzato, Tiziano Testori ha riferito dell’alternativa implanto-protesica nella sostituzione del dente traumatizzato. La relazione conclusiva di Claudio Radice e Claudio Citterio ha preso in considerazione gli aspetti medico-legali in traumatolo- gia odontoiatrica. In chiusura dei lavori la Presidente AIE Federica Fonzar ha sotto- lineato che la varietà e il grado di appro- fondimento dei temi trattati ha voluto significare la volontà dell’Associazione di fornire indicazioni pratiche ai partecipan- ti, i quali, d’altra parte sembrano aver gra- dito l’impostazione dell’evento, la qualità e quantità delle informazioni raccolte, oltre al clima particolarmente familiare e ospi- tale. “Questo è risultato - come conferma la presidente - dalle risposte raccolte a fine congresso attraverso i questionari di gradi- mento compilati dagli iscritti”. “L’AIE può archiviare con soddisfazione questo con- gresso”, sottolinea la Fonzar, la quale affer- ma di sentirsi onorata da alcune presenze di particolare rilievo. Cita infatti la parte- cipazione all’evento del servizio Enpam e del Vice Presidente Nazionale dell’Ente, Giampiero Malagnino che ha onorato il congresso con una presentazione. Accenna inoltre alla presenza di Francesco Scarpa- ro, Presidente CIC, a testimonianza dello spirito di appartenenza e collaborazione tra le società scientifiche. Il congresso ha avuto anche il patrocinio dell’Associazione Igienisti Dentali Italiani (Aidi), a sottoli- neare il ruolo centrale che l’igienista ha nel monitoraggio del paziente e quindi nel- la possibilità di intercettare tempestiva- mente le complicanze tardive del trauma dentale. Fonzar esprime infine un senti- to ringraziamento a nome del Consiglio Direttivo e dei soci tutti, agli sponsor che hanno contribuito e sostenuto l’AIE nel suo impegno.