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Lab Tribune Italian Edition

5 Italian Edition Anno I n. 0 - Ottobre 2011 Pratica & Clinica LT pagina 4 Fissati con cera collante sul modello superiore l’arco vesti- bolare e una vite per espansione trasversale di tipo medio (che suggerisco di mettere sempre) si procede alla ceratura delle due arcate per ottenere che la resina acrilica, durante la zeppatura, possa assumere già la forma più idonea al tipo di attivatore da realizzare (Figg. 10-12). L’isolamento dei modelli può essere effettuato immergendo gli stessi in una vaschetta con acqua a temperatura ambiente per un tempo di dieci minuti, oppure come preferisco, con un isolante a base alginica. Ottenuto l’isolamento dei modelli in gesso si procede alla zeppatura della resina con tecni- ca a spruzzo, che personalmente ritengo più economica e pratica; cominciando dal modello supe- rioresiapportal’acrilicodandogli la tipica forma a ferro di caval- lo, in quantità tale da coprire le ritenzioni dell’arco vestibolare e la vite con uno spessore idoneo; si esegue poi la stessa operazione sul modello inferiore zeppando la resina sulla zona alveolare di tutti i denti. A questo punto si rimette- ranno insieme le due parti del vertocclusore e si completerà la procedura aggiungendo la quan- tità di resina necessaria a unire le due arcate, ottenendo cosi un corpo unico che risulterà essere quello finale del monoblocco di Andresen. Terminata la fase di zeppatura, si introdurrà il ver- tocclusore in polimerizzatrice per iniziare il ciclo di cottura della resina che dovrà avvenire con l’acqua a una temperatura di 40-45°C e una pressione di 2,5 atm, per un tempo non inferiore a 25 minuti. Dopo il tempo di polimerizza- zione si potrà staccare il dispo- sitivo ottenuto dai modelli e pulire il tutto con acqua calda per eliminare i residui di cera. La rifinitura e la lucidatura del monoblocco sono fasi mol- to importanti perché servono a creare un dispositivo che deve essere leggero, confortevole, non deve presentare spigoli o bordi taglienti e deve permet- tere ai denti di scorrere lungo i piani di guida determinati con l’opportuno fresaggio della resina, mantenendo il contatto della resina al colletto dei denti (Figg. 13-17). Questo fresaggio, che fa seguito alla fase prece- dente della ceratura delle arca- te, va eseguito in laboratorio da parte del tecnico, in modo che nei successivi controlli perio- dici, il clinico non dovrà inter- venire, quasi del tutto, nella gestione del monoblocco. Per fare un esempio di come deve essere la resina al termine della rifinitura e fresatura del dispositivo, vediamo i premola- ri e il molare superiore, che sono liberi dal contatto con l’acrilico nella zona distale, allo scopo di ottenere un loro movimento in senso distale (Fig. 18); mentre i corrispettivi inferiori dovran- no essere liberi dal contatto con l’acrilico nella zona mesiale allo scopo di ottenere un loro movi- mento di estrusione in senso mesiale oltre che un’azione orto- pedica di correzione della secon- da classe (Fig. 19). La levigatura e lucidatura finale del dispositivo ottenuto, sarà eseguita come di consue- to con la lucidatrice e la pasta pomice che personalmente uti- lizzo al posto della tradizionale in polvere, poiché può essere usata anche con gli spazzolini montati su micromotore da ban- co, permettendomi di arrivare alle zone interne di qualsiasi dispositivo funzionale senza il rischio di danneggiarlo (Fig. 20). LT pagina 6 Fig. 12 Fig. 15 Fig. 16 Fig. 14 - Gli strumenti per la rifinitura e levigatura del dispositivo. Fig. 13 - si può notare come dopo aver eliminato i residui di cera, rimangono evidenti i segni dei colletti e del margine del monoblocco tracciati a matita prima della zeppatura. Fig. 17 - Il particolare del capping acrilico sugli incisivi inferiori ottenuto grazie alla precedente ceratura e che ha lo scopo di evitare la loro vestibolo inclinazione e/o estrusione tranne dove questa sia richiesta; inoltre si nota come il contatto degli incisivi superiori sulla resina sia stato opportunamente modulato. Figg. 18, 19 - Si può notare la resina scaricata e preparata in modo da favorire l’effetto estrusivo dento alveolare degli elementi inferiori che potranno scivolare lungo le nicchie guida.