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Dental Tribune Italian Edition

9 Anno V n. 2 - Ottobre 2011Italian Edition Pratica & Clinica OT pagina 1 Piùrecentisonogliapparecchi linguali e l’Invisalign. Mentre quest’ultimo rimane comunque visibile (benché le mascherine siano fatte di materiale traspa- rente occupano, infatti, anche il lato vestibolare dei denti, cioè la partediquestivisibiledall’ester- no, ed è inoltre un apparecchio che richiede molta collabora- zione da parte del paziente in quanto è rimovibile), l’apparec- chio linguale, invece, è l’unico realmente invisibile in quanto posto sul lato palatale e lingua- le dei denti. A questa aumentata richiesta da parte dell’utenza di ortodon- zia invisibile è corrisposta anche un’aumentata offerta di mate- riale tecnico in ortodonzia lin- guale, ma non è corrisposta di pari passo una conseguente dif- fusione clinica. Proprio per tale marcata e veloce evoluzione del- la tecnica, infatti, non tutti gli apparecchi ortodontici linguali, sia per modalità di incollaggio, sia per i costi di laboratorio, sia per la difficoltà di gestione cli- nica, sono alla portata di tutti gli operatori, e spesso non sono proponibili ad un costo sosteni- bile da tutti gli utenti. Scopo di questo lavoro è lo stu- dio progettuale biomeccanico e clinico volto a proporre l’uso di un bracket e di una tecnica lin- guale gestibile anche dal denti- sta generico e dall’ortodonzista non specializzato in tecnica lin- guale, per il trattamento di casi clinici comuni nella pratica quo- tidiana e, soprattutto, proponi- bile alla totalità dei pazienti per il costo sostenibile della terapia. Ciò non toglie che lo stesso bracket, come si dimostra, sia utilizzabile anche per affronta- re casi ortodontici complessi e multidisciplinari, tipici dei trat- tamenti affrontati da clinici più esperti nella tecnica ortodonti- ca linguale, e con soddisfazioni cliniche pari a quelle ottenibili con altre tecniche linguali o vestibolari(3,4) . Biomeccanica legatura I problemi da risolvere nella progettazione di un bracket lin- guale si possono riassumere in modo schematico nelle seguenti tre alternative(5-8) : 1. bracket singolo o gemella- re: con la prima soluzione abbiamo minor frizione, maggior spazio interbracket e conseguentemente forze più leggere a parità di filo utilizzato, nonché minor variabilità di forma del bracket da dente a dente e quindi minori necessità di magazzino; con la seconda soluzione abbiamo più con- trollo e migliore rotazione; 2. caricamento dell’arco ver- ticale o orizzontale: con la prima soluzione si ha mag- giore accessibilità e sem- plicità di caricamento con più stabilità nelle meccani- che di scorrimento; con la seconda si ha possibilità di meccaniche tendenti al filo dritto in slot orizzontali con Cosmesi ortodontica con una apparecchiatura linguale 2D Indicazioni, vantaggi e limiti Carlo Quadrelli, Libero professionista - Gallarate (VA) pre-inserite informazioni e quindi maggior controllo nel torque e nelle rotazioni, pur con legature più com- plicate; 3. bracket self-ligating oppu- re bracket che richiedono la legatura: la prima opzione è intuitivamente quella idea- le, data la difficoltà nell’ese- cuzione di legature dal lato linguale, ma per ora è limi- tata ai bracket Forestadent; la seconada opzione preve- de la necessità di legature particolari come la double- overtie nella tecnica ORM- CO-Kurtz necessaria per correggere le rotazioni. Il bracket IDEA-L Leone è un bracket ad aletta singola, a inserzione orizzontale e non self-ligating. Come bracket a singola aletta con uno spazio interbracket maggiore consen- te all’arco di erogare forze più leggere a parità di filo utilizza- to, riduce la difficoltà di ingag- gio nelle prime fasi di terapia e consente di utilizzare poi archi più spessi con buon controllo del movimento dentale. Le ridotte dimensioni latero-laterali dello slot ne riducono anche l’effetto frizionante. Ciò va poi conside- rato in associazione all’uso della legatura Slide(17,18) , che permette di trasformare lo slot in un tubo con conseguente riduzione della frizione e produce l’effetto di un progressivo ingaggio dell’arco nello slot ottenendo un sistema low friction. IlbracketIDEA-L,quindi,non è self ligating. Possibile anche la legatura continua con catenella elastica o quella in metallo, che permette un miglior controllo delle rotazioni. La singola aletta consente una minore variabili- tà nella forma dei bracket con minor magazzino. Il bracket IDEA-L Leone è infatti prodotto in due formati che differiscono solo per la basetta. Basetta piat- ta per il gruppo frontale, basetta curva per premolari. Il bracket IDEA-L ha uno slot con inser- zione orizzontale. Non ha slot verticali accessori per ausiliari rimovibili tipo bite plane o mol- le di uprighting. L’accessibilità dello slot è buona. Il bracket non è progettato per meccaniche di scorrimento né per il controllo del torque, ma lo slot orizzontale lo rende teoricamente utilizzabi- le per le procedure di laboratorio di bonding indiretto, previo set up e posizionamento dei bracket con parallelometri o arco ideale, e quindi anche per un possibi- le utilizzo in casi complessi con controllo tridimensionale. In sé è progettato in modo ottimale per una meccanica 2D. OT pagina 10 Fig. 1a - Bonding diretto con transfer monouso. Fig. 2d - Caso terminato con retiner in fibra di vetro. Fig. 2b - Ottenimento dello spazio con open coil e stripping interprossimale con arco 012 NiTi.Fig. 2a - Lieve affollamento, pre-trattamento. Fig. 2c - Inserimento dell’elemento ruotato in arco 016 Beta MEMORIA. Fig. 1b - Bonding diretto con mascherina guida per l’altezza di posizionamento. Fig. 1c - Particolare del transfer monouso unito al bracket.