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Implant Tribune Italian Edition

Italian EditionAnno V n. 3 - Settembre 2011 Ancora su bisfosfonati e rigenerazione ossea Congresso a Roma a cura di Biocra e Sisbo Voluto da studiosi appassionati (Paolo Trisi, Gianpiero Massei e Raffaele Volpi) animatori di Bio.C.R.A. (Biomaterial Clinical and Histolo- gical Research Association) e S.I.S.B.O. (Società Italiana per lo studio dei Bisfosfonati), si è svolto dal 9 all’11 giugno, presso l’Hotel NH Vittorio Veneto a Villa Borghese (Roma), il 3° Meeting Osteology and Biomaterials, “Il tessuto osseo dalla rigenerazione ai bisfosfonati in odontosto- matologia”. Protagonista principe dell’incontro il tessuto osseo, con relatori in grado di attirare l’attenzio- ne dell’uditorio, al punto da rendere i “break” quasi un fastidioso rituale più che un momento atteso. È stato fatto il punto su temi d’attualità, tra cui le complicanze dell’uso dei bisfosfonati come la ostenecrosi dei mascellari. Nel corso delle relazioni, culminate con la lectio magistralis di Robert Marx, antesignano degli studi su tale tema, sono state chiarite le ultime acquisizioni sulle modalità d’insorgenza, soprattutto sulla prevenzione e sul trattamento, e sono state esposte le linee guida per la gestione di tali terribili complicanze. Gli intervenuti hanno potuto seguire il dibat- tuto sul tema della riabilitazione implantare della mandibola posteriore atrofica. I relatori hanno discusso alternative terapeutiche a tale atrofia, la lateralizzazione del nervo alveolare e l’utilizzo di impianti corti. Luigi Grivet BrancotLuigi Grivet Brancot Presidenti del Congresso Paolo Trisi Giampiero Massei Raffaele Volpi Segreteria Scientifica Alberto Rebaudi Teocrito Carlesi Antonelli Falco Segreteria Organizzativa Trident A.P.S. info@biocra.com simona.dag@libero.it IN FASE DI ACCREDITAMENTO Sede del Corso Hotel NH Vittorio Veneto Corso d'Italia, 1 00198 Roma (Italia) Tel. +39 06 84951 Info: www.biocra.com Con il patrocinio di: IT pagina 41 T: Trovo conveniente utilizzare il CGF® in quei casi in cui occorre una biostimolazione dei tessuti per diminuire i tempi di attesa per la riabilitazione dei nostri pazienti: rialzo del seno mascel- lare, GBR, riempimento di cavità residue a seguito di enucleazio- ne di grosse cisti odontogene e/o denti inclusi. In tutti quei casi, quindi, in cui sia necessario rico- struire porzioni di tessuto dan- neggiato o perduto. CGF® è la sua prima espe- rienza oppure ha sperimenta- to altri protocolli? B: Ne ho visto utilizzare in passa- to altri simili, ma mi erano sem- brati un po’ troppo "pionieristici". Di fatto sono un perfetto neofita. T: Pur avendo letto parecchia let- teratura sull’argomento, sono alla prima esperienza nell’utilizzo dei fattori di crescita autologhi. Come ha affrontato i vuoti normativi presenti in medici- na legale? B: In realtà è stato proprio il vuo- to legislativo a frenare l'impiego del CGF® da parte mia e del mio nuovo gruppo di lavoro (l'amico e collega Luca Savio e il suo staff). T: In Italia non esistono riferi- menti legislativi, indicazioni o raccomandazioni sulla figura del prelevatore, il che genera tuttora accesi dibattiti sul tema. Comun- que credo che un odontoiatra pos- sa, nel rispetto di tutte le norme vigenti, prelevare sangue venoso per utilizzarne gli emocompo- nenti. Inoltre, visto che con la tec- nicadelCGF® ilsangueprelevato viene utilizzato nella sua totalità dei componenti senza aggiunta di sostanze, è corretto parlare di utilizzo di emocomponenti e non di emoderivati, la qual cosa ci mette al riparo da ogni possibile bega medico-legale. Come reagisce il paziente alla domanda di sottoporsi al prelievo venoso? B: Posso dire con una certa sor- presa che fino a ora i pazien- ti selezionati per l'impiego del CGF® hanno reagito con ottimo spirito di collaborazione espri- mendo interesse nello sviluppo della metodica. T: Per quello che è la mia espe- rienza, in maniera molto tran- quilla e collaborante. Quali benefici trae il paziente nel post-operatorio? B: Già detto sopra. T: Una caratteristica tipica del- la terapia con CGF® è il colore roseo che assumono i tessuti molli già nelle prime giornate. Le feri- te hanno dimostrato grande resi- stenza alle infezioni diminuendo il rischio di contaminazione bat- terica post-operatoria. Inoltre il CGF® si è comportato come un potente antidolorifico e antin- fiammatorio. Capita che siano proprio i pazienti a richiedere l'utilizzo dei fattori di crescita? B: Per ora non mi è capitato, ma al colloquio preliminare che dedico all'illustrazione del futu- ro lavoro, trovo riscontri favore- voli e un’ottima percentuale di accettazione. T: Dovendo essere sincero a me è capitato una sola volta di avere questa richiesta. Normalmente sono io che, illustrando il piano di terapia,informoilpazientesull’op- portunità di utilizzare i fattori di crescita e nello specifico il CGF® in quanto a mio avviso è come por- tare avanti il piano di trattamento utilizzando una marcia in più. Ritiene che la gestione dell'at- to chirurgico sia alla portata di tutti i professionisti? B: Al di là del prelievo ematico, non vi è nulla di più complesso di quello che normalmente viene fatto quotidianamente da coloro che si occupano di implantologia e piccola chirurgia orale. T: Penso che come ogni procedura operativa, superata la necessaria curva di apprendimento, sia alla portata di qualunque professio- nista che creda nell’efficacia dei risultati della metodica operativa applicata. Con l'esperienza che lei ha maturato, rinuncerebbe all'utilizzo dei fattori di cre- scita e per quale motivo? B: Spero proprio di non doverlo fare. Avremo presto le prime isto- logie di siti post-estrattivi trat- tati con CGF® che metteremo a confronto con siti analoghi rige- nerati con altre metodiche e già biopsiati. I primi riscontri clinici e radiologici sono incoraggianti ma riteniamo che sarà l'istologia a decretare il giudizio di maggior valenza scientifica. T: Io nella mia pratica quotidiana mi avvalgo di questo protocollo nella cura dei miei pazienti, auspi- cando che la ricerca scientifica confermi che l’utilizzo dei fattori di crescita è vantaggioso anche sui tempi di maturazione dei tes- suti duri come lo è sicuramente su quello dei tessuti molli. Allo stato attuale delle conoscenze credo che l’utilizzo dei fattori di crescita sia comunque un’arma in più di cui l’operatore dispone e il cui impiego è assolutamente consigliabile. Alice Bertolina Fig. 1 - Immagine pre-operatoria, frattura radicolare in sede 2.2. Fig. 2 - Inserimento dei fattori di crescita nell’alveolo post-estrattivo. Fig. 3 - Fixture inserita in sede post-estrattiva. Fig. 7 - CGF® . Fig. 8 - Medifuge. Fig. 5 - Guarigione dei tessuti a 7 gg. Fig. 6 - Consegna del manufatto protesico definitivo in zirconia-ceramica a 6 mesi dall’intervento. Fig. 4 - Pilastro di guarigione inserito con membrana di fibrina a copertura del sito post-estrattivo. Immagini 1-6 per gentile concessione del dott. Paolo Torrisi. 42 speciale RegeneRation