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Dental Tribune Italian Edition

9 Italian Edition Anno VII n. 9 - Settembre 2011 Attualità Dopo aver fatto registrare considerevoli aumenti nel sesso maschile fino alla metà degli anni ’90, nell’ultimo decennio la mortalità per cancro del cavo orale è cresciuta anche per le donne in Europa e in Italia. In Europa questo carcinoma costi- tuisce il 2% di tutti gli altri e si presenta nella maggioranza dei casi (98%) nella sua variante a cellule squamose. In Italia il cancro orale a cellule squamose rappresenta circa il 4% di tutte le neoplasie maligne nell’uomo e circa l’1% nella donna, ma l’incidenza appare in aumen- to. L’età più interessata è al di sopra dei 50 anni, anche se è sempre più comune l’insorgen- za in età giovanile. L’alcool e il tabacco sono i principali fatto- ri di rischio la cui esposizione combinata porta ad un rischio relativo di oltre 100 rispetto ai non fumatori e non bevito- ri. All’esposizione ad alcool e tabacco è legato, pertanto, oltre l’80% dei tumori del cavo orale in Italia. Avanza anche la quo- ta dei tumori dell’oro-faringe e delle tonsille HPV associati. Anche la dieta può avere un ruolo non trascurabile nella genesi di tale neoplasia. In par- ticolare, si ritiene possibile una azione protettiva derivante dal frequente consumo di frutta, verdura, olio di oliva e fibre, e di conseguenza di alcuni micro- nutrienti, quali antiossidanti e folati in essi contenuti.Diversi agenti chimici, fisici e biologici sono stati chiamati in causa di volta in volta per l’etiopatoge- nesi. La mucosa del cavo orale è facilmente esposta all’azione di agenti esterni che possono indurre mutazioni a carico dei geni delle cellule dello strato basale, ossia di quelle cellule che rinnovano continuamente le superfici epiteliali del cavo orale, ed in particolare a carico della loro componente stamina- le. L’accumulo di più mutazioni in una stessa cellula nel corso degli anni può indurre la loro trasformazione in cancer stem cell, ossia le cellule responsa- bili, secondo le più recenti teo- rie, della genesi del carcinoma orale. Tali mutazioni possono essere ricondotte all’azione di diversi agenti o fattori. Oltre a fumo ed alcool, la mucosa orale, per esempio, è frequentemente sede di patolo- gie infettive sostenute da agen- ti biologici di diversa natura. La non ancora completa conoscen- za dei meccanismi eziopatoge- netici limita la possibilità di prevenzione al solo controllo dei fattori di rischio. La strategia di controllo di tali fattori (alcool, fumo) ha tuttavia un’importan- za fondamentale visto che, come è stato detto, una grossa quota di casi si realizza a causa della loro azione. In quest’ottica è da inquadrarsi la figura dell’odon- toiatra il quale gioca un ruolo fondamentale nella diagnosi precoce. A tutt’oggi il carcino- ma orale ha una sopravviven- za inferiore al 50% a 5 anni, perché la maggior parte dei pazienti sono diagnosticati e, Dal convegno Sipmo di Pugnochiuso Cifre e considerazioni in tema di cancro orale raccolte al Congresso Sipmo di metà giugno (Pugnochiuso, Foggia) di conseguenza, trattati in stadi tardivi della malattia, quando la chirurgia può ben poco. Per tali motivi la prevenzione primaria, ovvero l’individua- zione ed eliminazione dei fatto- ri di rischio, prima che insorga la malattia e la prevenzione secondaria, ovvero l’intercet- tamento delle lesioni nelle fasi iniziali costituiscono le strate- gie più efficaci per la lotta al carcinoma orale. Tali procedure preventive sono di pertinenza dell’odontoiatra che durante la normale visita ha la possibilità di ispezionare la mucosa orale del paziente e istruirlo sui fat- tori di rischio di lesioni orali, incluso il cancro. L’odontoiatra, quindi, dovreb- be essere in grado di agire con un’azione di counselling e di monitoraggio di eventuali lesioni mucose, cosa indispen- sabile e con impatto significa- tivo nell’efficacia delle strategie preventive, perché spesso il car- cinoma orale insorge su lesioni precancerose. DT pagina 10